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La PA che vogliamo: un cambiamento verso un corpo unico

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FOTOPADi Marcello Maranzana

23 Febbraio – Si apre oggi nel nostro Ateneo la Bocconi for Government Week. La settimana parte con il convegno annuale di OCAP (Osservatorio sul Cambiamento delle PA) – SDA Bocconi in cui gli studenti, e non solo, hanno la possibilità di assistere al dialogo con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, col focus sulla necessità di passare dai “buoni propositi” ad azioni che risolvano i problemi della PA.

La relazione introduttiva è a cura del Prof. Giovanni Valotti, Direttore OCAP Bocconi e Delegato Rettorale per i rapporti istituzionali dell’Università Bocconi. Da questa già emerge l’impronta del convegno: l’Amministrazione Pubblica deve cambiare. Per capire il valore del cambiamento, “Basta pensare all’imprenditorialità: gli imprenditori non si caratterizzano forse per la loro consapevolezza dell’importanza dell’innovazione?” dice Valotti.

Scarso orientamento al risultato, cattiva gestione del team e poca organizzazione sono solo alcuni dei problemi dell’amministrazione italiana. La soluzione potrebbe essere quella di dare più spazio al management che, grazie a modelli di governance mutuati dal mondo dell’impresa, potrebbe migliorare l’efficienza delle amministrazioni pubbliche.

Ecco allora la PA che vogliamo: Attenta, Veloce, Sostenibile e Smart. Componenti per una buona amministrazione pubblica realizzabili solo uscendo dal paradigma tecnocratico in cui siamo consapevolmente immersi. “La PA è cambiata, ma troppo lentamente e in modo non omogeneo. Dobbiamo creare un caos controllato. Dobbiamo sapere che cosa aspettarci da una riforma”, conclude Valotti.

È il momento dell’intervento del Ministro Madia: “Vogliamo uno Stato più snello. Più efficace. La riforma in atto vuole porre unitarietà e semplificazione dei processi. Un’amministrazione che si possa muovere con un corpo unico”.

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A tal riguardo, c’è la volontà di raggruppare gli uffici territoriali in modo che un direttore possa coordinare le periferie dello Stato senza interferenze. Maggiore uniformità è attesa anche nel rapporto amministrazione-cittadino attraverso la piattaforma di accesso “Italia Login” che consentirebbe a un cittadino, attraverso l’utilizzo di un codice PIN, di sapere tutto ciò che lo rapporta con la pubblica amministrazione.

Il focus si sposta poi sull’attrattività della PA: in Italia si può fare di più affinché i giovani considerino lavorare nel pubblico un’opportunità reale? Secondo il Ministro, sì: “dobbiamo dimostrare che il merito viene premiato e che servire il proprio Paese, valorizzando la propria professionalità, è una grande opportunità”. Il tutto in un futuro in cui grandi menti vengano forgiate direttamente presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA).

Per quanto riguarda l’aspetto retributivo, nonostante il D.L. 66 fissi un tetto massimo di 240.000 euro per gli stipendi dei dipendenti pubblici, il Ministro Madia ritiene che: “Il prestigio di lavorare nel pubblico non può essere monetizzato”.

L’evento si conclude con un’ultima riflessione sulla mobilità delle persone che lavorano nel settore pubblico. È un contesto in cui il “muoversi” per crescere non è contemplato sebbene ci sia la necessità. “Oggi ci scontriamo con amministrazioni con un eccesso di personale e altre che non riescono a svolgere la propria attività dato il basso numero di dipendenti”. La logica vorrebbe una mobilitazione da un’amministrazione all’altra, secondo i bisogni. Eppure, persino la mobilità volontaria è ostica vista la mancanza di sinergie tra le varie amministrazioni e la tendenza a considerare i dipendenti delle “proprietà private”. Una possibile soluzione è rappresentata dalle tabelle di equiparazione che costituiscono la precondizione per far funzionare la mobilità.

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L’intervento del Ministro si chiude con l’auspicio di una nuova capacità degli enti pubblici a concorrere al miglioramento dell’amministrazione dello Stato per realizzare la PA che vogliamo.

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